AEHRA. Una nuova realtà.

di Filippo Miotto, pubblicato il 20 giugno 2023.

L’auto prossima ventura.

Siamo ormai da anni alla ricerca di quella che sarà l’auto del futuro, custode delle nuove tecnologie improntate alla guida autonoma e figlia della rivoluzione elettrica in atto. Tanti i modelli che sono stati presentati fino ad ora e tanti saranno ancora i prototipi che ci vogliono mostrare il nostro futuro.

Ogni nuova vettura, già nella versione da strada o solo nell’ipotesi di una sua commercializzazione, sembra avere sempre qualcosa di meno a quelle che abbiamo vissuto nella nostra storia. Certo, i limiti che sono imposti attualmente e che saranno imposti nel futuro, vincolano molto anche le scelte stilistiche. Le mode e gli stili cambiano. Le tecnologie da implementare sono tante e stanno rivoluzionando questo settore.

Quindi? Tanti sono i modelli che vediamo e che vedremo. Alcuni ci entusiasmano, altri ci lasciano qualche dubbio, una, anzi due, mi hanno finalmente colpito e impressionato. Non ci credete? In un blog in cui vi racconto di auto con storie sportive, industriali, umane alle loro spalle, ho deciso di dedicare un articolo a una Casa Automobilistica appena nata e a due suoi modelli che cambieranno il nostro modo di pensare l’automobile.

Iniziamo il racconto di AEHRA AUTOMOBILI S.R.L. e delle sue vetture, la Sedan e la SUV.

Questi i contenuti dell’articolo:

  1. L’auto prossima ventura.
  2. Avvistamento e primo contatto: il MIMO 2023.
  3. Il design delle vetture tra nuove tecnologie e nuove mode.
    1. L’auto elettrica e le sue necessità
  4. Parliamo di AEHRA, una nuova realtà.
  5. Riscriviamo il capitolo Sedan.
  6. Lo vogliamo davvero chiamare SUV?
  7. Aggiornamenti in corso?

Avvistamento e primo contatto: il MIMO 2023.

Il MIMO 2023 è stata una gran bella scoperta! C’erano auto di ogni tipo, ma principalmente si potevano ammirare quei veicoli che di solito si possono vedere solo grazie alla stampa di settore o, per l’appunto, in qualche fiera specialistica. La differenza rispetto ai soliti saloni, però, consisteva nella possibilità di vivere queste automobili. Si girava tra gli stand insieme, letteralmente, alle vetture. Alcune erano esposte, altre erano disponibili per dei test drive. Mentre si visitava il tutto, si vedevano questi veicoli girare, in pista o tra i viali. Si fermavano in mezzo al pubblico, venivano aperte, mostrate, esaltate.

Una ottima opportunità per vivere la nostra passione.

Tra tutte queste vetture, parlo naturalmente di supercar da sogno, spuntano alcune vetture a rappresentare altrettante case automobilistiche che mi hanno veramente colpito. Certo non diniego le varie supercar presenti o i vari prototipi visti, sempre spettacolari e impressionanti, ma queste di cui vi parlerò in questo e nei prossimi articoli si distinguono dal gruppo.

La prima, anzi, le prime due di cui voglio parlarvi sono la “Sedan” e la “SUV” della neonata casa automobilistica italo-americana chiamata AEHRA AUTOMOBILI S.R.L..

Cosa mi ha colpito di loro? Leggete il seguito e lo scoprirete!


Il design delle vetture tra nuove tecnologie e nuove mode.

Nell’immagine precedente avete avuto una anticipazione delle loro linee. Tecnologie a parte, proprio dalla loro forma deve partire l’esame di queste vetture. Possono piacere o non piacere, ma viste dal vivo, avvicinandosi fino a sfiorarle o allontanandosi per studiarne le proporzioni, fanno un effetto molto diverso. Non solo piacciono, ma ti fanno percepire il concetto di auto elettrica come, forse, dovrebbe essere effettivamente fatto.

Assaporare una forma, però, non può essere fatto solo attraverso l’aspetto emozionale, ma capendo il perchè di certi particolari. In questo modo il giudizio diventa più oggettivo, sempre nell’accezione di questo termine applicato a noi umani, e si può apprezzare l’essenza della sua forma.

Partiamo così a capire cosa sono queste due vetture e da dove nascono certe esigenze delle forme.

La prima è stata nominata “Sedan”, per ricordare in quale categoria dovrebbe trovarsi, quella che chiamiamo all’inglese come sedan, ma che tra noi italiani chiamiamo più semplicemente “3 volumi” oppure “berlina”. La seconda, denominata “SUV”, dovrebbe essere, per l’appunto, una Sport Utility Vehicle. Vettura notoriamente rialzata, di grandi dimensioni, con un muso lungo e imponente, e tanto altro ancora.

Entrambe sono elettriche e, quando entreranno in produzione, si collocheranno in una fascia alta di mercato. Esse sono state volute anche per rappresentare lo spirito italiano del design in tema di automobili, tributo a quegli anni ’70 quando il denio italiano portò alla nascita di quei profili a cuneo ancora oggi adottati da molte supersportive.

Iniziamo allora ad esaminare questi punti appena esplicitati.


L’auto elettrica e le sue necessità

Rapidissimo riepilogo: l’auto elettrica monta uno o più motori elettrici alimentati da dei pacchi batterie. I motori possono essere montati in linea con qualcosa di simile all’albero motore e alla trasmissione dei vecchi propulsori a combustione, oppure direttamente sugli assi ruota se non, addirittura, direttamente sulle ruote, due o quattro che si voglia. I pacchi batterie, per garantire le autonomie necessarie a fare viaggi anche di alcune centinaia di chilometri, cominciano ad essere voluminosi e, soprattutto pesanti.

Dato che l’auto deve essere stabile in ogni momento della marcia, quindi in condizioni dinamiche, la soluzione ideale è quella di porre il pacco batterie al di sotto del pianale, mantenendo basso il baricentro della vettura. Ciò comporta necessariamente, visti gli spessori di queste batterie, di rialzare anche le sedute degli occupanti la vettura, determinando un rialzo di tutto il corpo vettura.

Ci hanno poi indicato che le auto elettriche non necessitano di sistemi di raffreddamento del motore anche se questo, in realtà, non è del tutto preciso. Le batterie, infatti, non sono da considerare dei puri e semplici serbatoi di “energia”, ma sono da considerarsi parte integrante del motore, in quanto in base alla loro capacità e prontezza di rilasciare questa energia che accumulano, determinano le possibilità del motore di scaricare a terra la potenza/energia accumulata nelle batterie stesse.

(ndr: Ingegneri e fisici mi perdoneranno alcune semplificazioni estreme che sto facendo…)

Durante queste fasi di trasferimento dell’energia al motore il pacco batterie si scalda, eccome se si scalda! L’auto non è più una scatola chiusa, ma bisogna ricominciare a pensare a prese d’aria, flussi di raffreddamento e altro ancora.


Parliamo di AEHRA, una nuova realtà.

Una realtà molto particolare quella di AHERA. La società, infatti, nasce con lo scopo di unire due differenti filosofie del mercato automobilistico sfruttando caratteristiche e peculiarità che hanno contraddistinto nel tempo questo settore.

La Casa Automobilistica vuole arrivare ad affermarsi nel settore delle auto elettriche di lusso. Giusto un esempio di confronto, per capire la fascia di mercato, la Sedan dovrebbe andare a fare concorrenza con modelli come Mercedes Classe S e BMW Serie 7. Il traguardo da raggiungere è elevato e richiede dei veicoli pensati per bene!

AHERA nasce così dalla visione di un gruppo americano che cerca in Italia l’ispirazione per i suoi veicoli, determinando una società Italo-Americana con base in Italia. Il servizio clienti e la gestione viene affidata alla parte Americana, la parte progettazione e stile viene affidata alla parte Italiana. La filosofia base doveva essere quella di ricreare quella rivoluzione che, come già indicato, negli anni ’70 del secolo scorso portarono alla nascita di quei prototipi e veicoli con i natali italiani che determinarono, con capostipite la Countach della Lamborghini, alle linee a cuneo disegnate con un’unica curva dal frontale al posteriore.

La scelta stilistica fatta non è certo nuova nel settore delle auto elettriche, dato che proprio questa linea arcuata continua sembra garantire le migliori performance aerodinamiche. Loro però portano all’esasperazione questo concetto applicandolo non solo alla berlina ma anche al SUV.

Non ci resta ora che addentrarci nella descrizione dei loro due modelli.


Riscriviamo il capitolo Sedan.

Visto il settore in cui vuole collocarsi, giustamente l’auto avrà dimensioni generose, prosisme se non superiori ai 5 metri. In questi casi ci si trova a gestire un vantaggio che può diventare un difetto. La lunghezza elevata permette di giocare di più con le linee, rendendole più filanti. La necessità però di creare degli spazi abitacolo corretti, unitamente a certi vincoli tecnologici, spesso porta alla nascita di vetture che risultano in parte sgraziate, vittime delle loro stesse dimensioni.

Nel caso della AEHRA Sedan la scelta del profilo arcuato a cuneo avrebbe potuto evidenziare maggiormente questo effetto. Il risultato da loro proposto, invece, evidenzia un equilibrio quasi maniacale tra le forme ottenute, da esaltare ancora di più se si pensa che le immagini che vi riporto sono quelle relative al veicolo ormai pressochè definitivo e non ad un prototipo fittizio.

L’abitacolo è stato spostato leggermente in avanti, gli sbalzi sono stati contenuti, le ruote di dimensioni generose applicate su un passo molto lungo dissimulano alla perfezione le dimensioni del veicolo. I passaruota sono a filo carrozzeria, ma quell’accenno di curvatura sulla line adi cintura generano quel movimento dei volumi che ammorbidisce il ritmo della linea, rendendola picevole da vedere. Il lunotto posteriore lungo va a chiudere il tetto verso un accenno di coda dove sarà presente un’ala mobile che, insieme ad altri profili mobili sparsi un poò ovunque, descrivono il sistema di aerodinamic aattiva della vettura. QUesto naturalmente non è un vezzo stilistico ma assolve a più funzioni: migliorare la penetrazione aerodinamica durante la marcia a velocità costante, aumentare il carico aerodinamico e stabilizzare la vettura, miglirorare il raffreddamento del pacco batterie. In questo sistema aerodinamico complesso trovano posto anche gli specchietti laterali che inglobano le telecamere in sostituzione dello specchietto classico, un po’ troppo grande per garantire l’efficienza aerodinamica richiesta.

Alcuni elementi orizzontali, come fari e minigonne slanciano ulteriormente la vettura ma in modo discreto.

Torniamo per un attimo all’abitacolo. Per la fascia in cui si colloca naturalmente deve essere spazioso e non solo lussuoso. Per generare uno spazio comodo vengono anche proposte delle portiere con apertura “a farfalla”, ossia con un movimento diagonale verso l’alto che libera più spazio in uscita. Naturalmente la tecnologia è stata applicata sia alle anteriori che alle posteriori, queste ultime però con apertura opposta al senso di marcia, come Rolls Royce insegna.

Certo la comodità viene prima di tutto… ma volete mettere l’impatto scenografico di aprire delle portiere così? oltretutto su una vettura che sembra uscita da un film di fantascienza?

L’abitacolo mostra 4 posti con sedili ad alto contenimento, soluzione, quella dei 4 posti, sempre più adottata sulle auto di fascia alta. Il cruscotto rispecchia le tendenze moderne di proporre uno schermo lungo e grande dove mettere a disposizione tutto quello che serve (ndr: riuscirò mai a digerire questa scelta futura?). L’auto presenterà tutti i dispositivi e sistemi di guida autonoma e sicura che ogni auto dovrebbe avere.

Altri dettagli tecnici? Poco o nulla. Ho provato a chidere durante l’esposizione ma nulla di interessante è emerso. Le batterie sono prodotte dalla MIBA Battery System e garantiranno una autonomia di circa 800 km. Potenza e coppia ancora non si sanno, ma vista la fascia di mercatoe le soluzioni aerodinamiche che hanno previsto sicuramente si parlerà di potenze molto elevate.


Lo vogliamo davvero chiamare SUV?

Li chiamano SUV se hanno forme più classiche, tipo station wagon rialzata e pompata. Li chiamano SUV Coupè se hanno il lunotto posteriore inclinato, sembrando un coupè di cui hanno sbagliato le proporzioni. Ma in questo caso? sarebbe giusto chiamarlo ancora SUV?

Il principio stilistico del AEHRA SUV è sempre lo stesso. Linea arcuata continua dal muso al retro, dimensioni generose, ruote gigantesche su un passo bello lungo. Vista dal vivo trasmette le stesse sensazioni della berlina, dissimulando l’imponenza della forma ma alleggerendo e rendendo gradevole la linea.

Nonostante le “linee di famiglia” siano chiare, nel SUV si nota il montante centrale allargato che prosegue anche al di sotto della linea di cintura. Tale scelta è stata dettata dalla volontà di stupire inserendo delle portiere con apertura sempre a farfalla, ma sia le anteriori che le posteriori con direzione verso l’avanti. La necessità di inserire pi servomeccanismi ha richiesto dello spazio aggiuntivo che, naturalmente, viene sfruttato anche per aumentare l’abitabilità interna.

L’aerodinamica è sempre di tipo attivo, con profili e dispositivi presenti in varie parti. Particolare la scelta di utilizzare per la monoscocca del carbonio reciclato e reciclabile. La scelta del carbonio naturalmente risiede nella necessità di aumentare la rigidezza del veicolo, garantendo prestazioni in marica migliori, e per ridurre il peso di tutto il corpo vettura.

Anche in questo caso i dettagli tecnici sono pochissimi…


Aggiornamenti in corso?

In attesa. I veicoli presenti al MIMO 2023 vengono ritenuti praticamente definitivi. Pochi gli aggiornamenti estetici che subiranno. Dal punto di vista delle tecnologie mancano ancora molti dettagli, ma sembra che ormai le scelte interne siano state fatte. E noi intanto aspettiamo. Nel frattempo vi lascio un altro paio di foto del mio approccio alle due vetture, in attesa di vederle finalmente su strada!


Di Filippo Miotto, pubblicato il 20 giugno 2023.

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