Presente e futuro delle Case Automobilistiche Italiane.

di Filippo Miotto, pubblicato il 25 ottobre 2025.

Siamo ancora grandi costruttori?

LeggendAuto riprende da dove ci eravamo lasciati. Oltre un anno fa inserii nel blog una pagina in cui catalogare le Case Automobilistiche Italiane. L’intenzione voleva essere di celebrare il genio italiano nel mondo dell’automobile, iniziando da un semplice elenco per poi espanderlo con articoli e altre pagine ed eventi dedicati. Rivolgendomi agli appassionati ma anche a chi conosce poco questo mondo, la pagina avrebbe portato alla luce di tutti nome e caratteristiche di chi, in Italia, produce ancora automobili, credendo nel futuro di questo settore fatto non solo di piani industriali e occupazione, ma anche di uomini e donne che in esso vedono ingegneria, arte e passione.

In questo elenco ho messo tutti i nomi che sono riuscito a trovare, da chi ha il potenziale di fare grandi numeri a chi produce le one-off, passando da tutte quelle Case con ancora solo un progetto e che in futuro, si spera, diventeranno grandi. Non solo start up ma anche realtà consolidate che si affacciano in questo mondo per lasciare il loro segno e ricordo. Tutto il panorama automobilistico viene esaminato: utilitarie, super sportive, restomod, hypercar, fuoristrada. L’importante è che in esse sia presente la nostra italianità, come idea, come anima, come sede e come produzione.
Questa era l’intenzione ma, costruendo questo elenco e ripercorrendolo man mano che si costruiva, ho iniziato a delineare e a comprendere i cambiamenti che sta vivendo questo mondo.

Il passato.

Siamo noti fin dagli albori dell’automobile per i grandi marchi sportivi e del lusso che ci hanno ritagliato una nicchia ben precisa e che ci hanno fatto conoscere nel mondo, sia su strada sia nel motorsport. Maserati, Ferrari, Alfa Romeo, i marchi che ancora ci sono a cui si aggiungevano, nei tempi che furono, altre eccellenze orami sparite o migrate oltralpe.
Non solo però lusso e sportività. Ai nomi di chi faceva sognare i giovani di allora, ma anche di oggi, si affiancarono Case che permisero all’Italia di riunirsi e scoprire la mobilità su ruote. Il mondo delle utilitarie era nato e l’industrializzazione del paese portò con se lavoro e occupazione in vaste regioni, trascinando la rinascita economica del dopoguerra. Le piccole utilitarie FIAT permettevano i lunghi viaggi estivi verso il mare e per il ritorno a casa, o semplici giri fuoriporta. Chi voleva un po’ di lusso poteva dirottarsi verso le Lancia, chi voleva la sportività puntava sicuramente verso le Alfa Romeo, gli altri verso altri nomi, oltre FIAT ad esempio la Innocenti. Poi c’erano gli appassionati del tuning e Abarth faceva da padrone!
Nel corso della nostra storia molte case nacquero e morirono, altre raggiunsero gli allori per poi sprofondare nell’anonimato o in profonde crisi industriali. Qualcuna si riprese, altre affondarono e sparirono. L’economia dell’Italia risultava legata a questo mondo inesorabilmente. Molte manovre economiche prevedevano sovvenzioni e incentivi per garantire al settore automobilistico l’effetto volano e il traino del mondo del lavoro, alcune volte con successo, altre volte con uno sperperio di denaro pubblico.

Il presente.

In questo panorama già di per se travagliato, sempre in confronto con il resto del mondo, si evidenziarono due tendenze. Le case automobilistiche dedicate agli spostamenti di tutti i giorni, che presentavano modelli più economici (ora non sempre alla portata di tutti) cominciarono ad evidenziare delle difficoltà. La concorrenza estera diventava sempre più spietata e alcuni piani industriali, soprattutto in tempi più recenti, portarono a ridurre la produzione in Italia e la vendita di prodotti a marchio italiano. La seconda strada era invece percorsa da quelle Case Automobilistiche di prestigio dedicate a sportive, supersportive e hypercar che, a fronte di tecnologie avanzate, design da togliere il fiato e costi esorbitanti, non solo mantenevano il passo con la concorrenza, ma arrivavano e arrivano tutt’ora ad essere un punto di riferimento per il settore. Su questa onda altre case sono nate in tempi più recenti inserendosi in quest’ultima nicchia o sono tornate nel settore a pieno titolo.
Qualcuna si è avventurata nel restomod, altre verso il mondo delle hypercar altamente tecnologiche, andando dalle one-off alle produzioni a numero limitato.
Queste divergenze sono state poi esaltate nell’ultimo periodo, da poco più di due anni a questa parte. L’elettrificazione dell’automobile, che avrebbe dovuto garantire un futuro prosperoso e ideale per tutti, ha in realtà evidenziato la debolezza del mercato occidentale dell’automobile. La mobilità sostenibile è stata confusa con l’auto elettrica. Quest’ultima ci è stata imposta senza nessuna alternativa valida e senza tener conto delle problematiche infrastrutturali e dei costi elevati per gli autoveicoli di questo tipo, fatto che ha trascinato con se verso l’alto il costo anche dei più tradizionali veicoli a combustione, espandendo l’ombra del sovrapprezzo anche sull’usato. La crisi della componentistica ha poi fatto il resto.
Dall’oriente è poi arrivata l’ulteriore stangata. Le auto prodotte in Cina, criticate perché sempre associate a scarsa qualità costruttiva, tecnologie di basso livello e design copiati ma spesso comunque brutti si sono rivelate essere la vera novità che fa paura. Abbiamo portato da loro la produzione in massa dei nostri veicoli, li abbiamo formati su come ottenere e produrre a qualità maggiore e gli abbiamo poi fornito anche molti dei nostri designer. Il risultato è ora davanti agli occhi di tutti: i nuovi modelli che arrivano dalla Cina, pensati proprio per i mercati esteri, ora hanno linee futuristiche, tecnologie paragonabili alle nostre e, anzi, a volte superiori, e costi nettamente inferiori. Qualità non elevatissima ma auto per tutti, o quasi.
Il mondo dei motori per l’Italia è così cambiato…
E quindi, com’è ora il panorama italiano delle Case Automobilistiche che possono fregiarsi del titolo “Made in Italy”?

Le Case Automobilistiche Italiane

In totale ne ho contate 47. Naturalmente c’è da esserne fieri, ma una lettura attenta del dato delinea un assetto generale molto particolare. Come indicato le Case in grado di garantire le grandi produzioni ci sono ancora ma sono lontane dai fasti dei tempi passati.
Un esempio per tutte è il caso Lancia. I puristi, come molti semplici appassionati, si aspettavano la rinascita del marchio con le vere eredi di Thema e Delta, confidando anche nella piccola utilitaria Ypsilon tanto gradita dal pubblico. Al momento l’erede di quest’ultima, presentata recentemente, è molto lontana dallo stile italiano e i dati del mercato sembrano confermare il non gradimento. E gli altri modelli? Al momento sono lontani dai pensieri in casa Lancia. Dubbi restano anche sull’altro marchio storico: Alfa Romeo. I modelli presenti evidenziano ancora la sua anima sportiva, ma ancora lontana dallo sfidare i grandi marchi tedeschi. Resta FIAT con le sue utilitarie, Cinquecento e Panda su tutte.
E per il resto? Il Gruppo dR sembra l’unica alternativa. Esso ingloba in se diversi marchi, tutti di origine cinese, per lo più assemblati in Italia.
Le auto per tutti sono finite, ora si entra nei settori di nicchia. Partiamo così dalle storiche sportive.
Dei grandi nomi del passato sono rimasti attivi in questi anni Ferrari e Lamborghini. Queste sono passate dall’essere delle realtà artigianali apprezzate per la loro esclusività a società di altissimo valore. I numeri di produzione sono cresciuti esponenzialmente e il principio, tanto caro a Enzo Ferrari, di produrre sempre un’unità in meno delle richieste, è venuto un po’ meno. Ferrari resta italiana, Lamborghini ha all’interno tanta anima tedesca. Le auto che propongono, nonostante i numeri di produzione in crescita, sono sempre più esclusive sotto tutti gli aspetti. Molti anche i modelli few-off e one-off proposti con tempi per le consegne che si allungano sempre più e liste per l’acquisto sempre più esclusive. L’altro marchio di rilievo, Maserati, sta vivendo ora un momento storico molto particolare. Le auto che propone e che ha proposto recentemente hanno ridato al marchio quel prestigio che le mancava da anni. Motori potenti, linee esotiche, ma alla fine è entrata in crisi comunque. I motivi? I più disparati e già analizzati da molti. Speriamo che la volontà sia quella di riportarla ai fasti che si merita e che il mercato premi queste scelte.
Nel triangolo magico della Motor Valley si è affacciato poi anche lui, il Maestro che dall’Argentina ha stabilito in Italia la sua Casa Automobilistica. Si proprio lei, la Pagani Automobili con le sue hypercar. Ma qui non parliamo di auto, queste sono patrimonio dell’umanità.
Poco più in là, ma sempre nella Motor Valley, troviamo anche Dallara con le sue road-legal race car.
Rimanendo nel settore “storia”, recentemente sono stati riproposti anche marchi di tanti anni fa. Una collaborazione con Zagato ha fatto rinascere la Isorivolta con una vettura supersportiva, mentre il mondo delle LMDh ha interessato la Isotta Fraschini.
E le altre? Tutte nuove, o quasi. I nomi attualmente presenti nell’elenco sono in gran parte di più recente nascita: dieci, venti, trent’anni. Il quadro che ne esce è comunque ben delineato e punta molto, anche in questo caso, verso l’alto. Per ogni marchio ho provato a contare le tipologie di veicoli che producono senza entrare nel dettaglio del segmento ma cercando di capire un possibile acquirente che ventaglio di opzioni, in termini di marchi, ha a disposizione.
Una prima valutazione va ad individuare le tipologie:
– Utilitaria, ossia auto a prezzo contenuto, ossia minore di tutte le altre, visti i costi attuali del nuovo;
– Berline, riferendomi a quelle belle auto 3 volumi, o sedan che di si voglia, ormai poco di moda;
– SUV, noti a tutti, pensando non certo a quelli con motori da 300 e più cavalli, ma qualcosa di più idoneo ad un famiglia.
A queste ho aggiunto due serie un po’ particolari, ossia le auto “sportive”, più nella indole che nei numeri e comunque ancora in fasce di prezzo contenute, e i fuoristrada, rivolgendo lo sguardo a quei mezzi il cui uso è ipotizzabile anche su strade non asfaltate.
Restano fuori, conteggiate a parte, le Case che propongono vetture ricadenti nel settore lusso, coprendo così le categorie di veicoli a cui molti ambiscono, andando dai tuning più estremi al restomod, passando dalle supercar per arrivare alle hypercar. In questo caso al fascino si aggiungono prezzi più elevati e tirature sempre più ridotte. La tabella successiva penso sia esauriente in materia e visto che un’immagine chiarisce più di mille parole, ho aggiunto anche un bel diagramma a torta per rendere subito di impatto di cosa stiamo parlando.

Innanzitutto si parla praticamente quasi sempre di vetture ad alte e altissime prestazioni, quindi settore sport e lusso. Le utilitarie sono relegate a sole 3 case automobilistiche: Fiat, Lancia e il nuovo dR.
Il settore berline è coperto da solo 6 case automobilistiche, ma tra queste rientrava anche ad esempio Maserati con le sue berline di lusso. Allo stesso risultato si arriva guardando il parco SUV, con 8 marchi attivi in questo settore, ma anche qui conteggiamo nomi come Ferrari, Maserati e Lamborghini, oltre ai nuovi AHERA e AZNOM.
I fuoristrada non sono la nostra passione, e infatti li troviamo a listino solo nel gruppo dR e in Militem. Quest’ultimo è un discorso a parte in quanto propone la rivisitazione di leggende USA a cui apporta modifiche che li rendono pezzi unici. Bisogna considerare anche Vinile e TS Automobili Modena con i loro restomod.
Procedendo in questo modo con l’analisi di ogni singola Casa arriviamo così ad individuarne ben 41 delle 47 totali che operano nel settore lusso. I numeri sono impressionanti! In 15 propongono supercar ad elevate prestazioni, 15 addirittura sono le produttrici di hypercar che vengono completate dalle 5 che realizzano addirittura o anche hyperSUV. Ma non ci fermiamo di certo qui. 14 case sono anche nel settore delle one-off e few-off. Questo parco macchine vanta prezzi cadauno impressionanti, variabili da alcune, parecchie, centinaia di migliaia di euro fino ad alcuni milioni di euro.
La maestria nel settore motori si scopre anche grazie a chi produce le road-legal racing car, attualmente individuabili in Dallara, Isotta Fraschini e Picchio Racing.
Di particolare interesse è anche il settore restomod con 10 marchi interessati a si aggiungono altri 4 che hanno puntato sul settore reimaging legend. Se i primi intervengono essenzialmente sui miti degli anni ’70, ’80 e ’90 migliorandone le caratteristiche tecniche e meccaniche, oltre ad aggiornare gli interni in chiave moderna, nel reimaging legend si propongono veicoli nuovi come telaio, motori e dotazione tecnologica, che a livello di linea interna e esterna ripropongono però componenti in stile “vecchia scuola”.
In queste analisi rientrano anche 4 Case automobilistiche con progetti in divenire che è giusto citare:
– Angelelli Automobili, caratterizzata da telai avveniristici e una gamma completa, da hypercar ad hyperSUV,
– Estrema Automobili, votata alle hypercar elettriche,
– Fovea Motori, con la sua barchetta e il suo concetto di sportività da purista dell’auto,
– Proxima Centauri Motors, con la sua hypercar e tanta voglia di stupire.
Le idee le hanno chiare e i progetti sono in uno stato molto avanzato, già pronti per la linea di produzione, con magari un prototipo realizzato o con già i preordini attivi, oppure ancora in fase di studio ma ad un livello tale da aver già pienamente definito il futuro veicolo. Naturalmente questi sono già stati conteggiati precedentemente e indovinate in che settore: supercar, hypercar e hyperSUV.

E per il futuro? cosa c’è da aspettarsi? Nella speranza che si riprendano i grandi numeri di produzione, il presente sembra invece portarci verso la produzione di nicchia. Auto di alto valore tecnologico, a tiratura limitata, sempre o nuovamente punto di riferimento per il settore.

Analisi fatta. I nomi e i riferimenti per ogni casa automobilistica li avete nella pagina dedicata del blog. Ora spetta a tutti noi promuovere la nostra maestria nel mondo dei motori, ormai votata più all’artigianalità che ai grandi numeri di produzione, sperando che ci sia sempre chi vuole farci sognare.

Di Filippo Miotto, pubblicato il 25 ottobre 2025.

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